domenica 29 settembre 2013

Si sono persi due anni. È ora di cambiare davvero .... anche in Basilicata


“Con la crisi di governo, aperta dal PDL sull'Iva, ma anche nell'imminenza del giudizio di decadenza per Silvio Berlusconi, giungono al pettine, drammaticamente e contemporaneamente - secondo Michele Boldrin, coordinatore nazionale di Fare per Fermare il declino -  tutti i nodi di vent'anni di scelte fallimentari della classe politica a cui erano affidate le speranze di una reale “Seconda Repubblica”.
Il conflitto di interessi di Berlusconi è stato il totem attorno al quale si sono attorcigliati per due decenni un centrodestra strutturalmente incapace di attuare la sbandierata “rivoluzione liberale” e un centrosinistra inconcludente, che non è stato in grado di fare “qualcosa di sinistra”, ma nemmeno qualcosa di nuovo. La cifra costante di questo presunto bipolarismo (in realtà due facce della stessa medaglia) è stato il costante ingessamento del sistema, la pervicace resistenza al cambiamento e lo smantellamento di molti settori produttivi del paese.
Ma la crisi di governo attuale segna anche e soprattutto il fallimento di due anni di gestione semi-presidenziale, a partire dalla decisione di rimandare la chiamata alle urne che avrebbe costretto Berlusconi e Tremonti a gettare definitivamente la spugna, liberando nuove energie nel centrodestra e costringendo il centrosinistra a un'assunzione di responsabilità. Si è invece preferito, ancora una volta, ingessare la dialettica politica.

E dopo le elezioni si è riproposto lo stesso schema con il governo Letta, espressione di quella minoranza di italiani, 22 milioni contro i 24 contrari, che ha scelto di non voler cambiare: gli elettori del PD di Bersani e quelli del PDL del solito Berlusconi. E così si sono persi altri due anni, in cui l'unico risultato è stato quello di rimandare la resa dei conti. L'ossessiva ricerca della "stabilità" ha prodotto solo immobilismo: non si è ridotta la spesa pubblica, non si è cambiata la legge elettorale e si è confusa l'opinione pubblica giocando alle tre carte con Iva, Imu e altre tasse. La situazione attuale è peggiore di quella che nel 2012 ci ha chiamato all'azione. L'unica cosa migliorata in questi mesi è la maggiore consapevolezza dei nostri concittadini del fallimento di questa classe politica.”

mercoledì 18 settembre 2013

Fare per Fermare il Declino parteciperà alla elezioni regionali in Basilicata da protagonista


"Ci piace la politica in quanto spazio di democrazia in cui offrire una testimonianza di impegno per gli altri per modernizzare la Basilicata attraverso una sapiente capacità di interpretazione dei tempi nuovi - questa la logica che sottende alla frenetica attività di queste ultime settimane spiegata da Michele Fanelli Coordinatore regionale di FARE Basilicata - Stiamo lavorando al fine di concorrere alla formazione di uno schieramento molto ampio, non ideologico, aperto, che faccia le cose necessarie per la Basilicata".
La politica, in Regione, ha bisogno di una nuova linfa, di un nuovo lievito per farne pane fresco per creare nuove opportunità di crescita per tutti.
Basta valium sociale, è ora di svegliarsi! Basta usare la crisi come forma di ricatto verso i cittadini: meglio così che finire come la Grecia.
Basta clientelismo per eternare la stessa classe politica.
Lavoriamo insieme ad un progetto ispirato, di cose concrete, con persone di livello internazionale che possano credibilmente condurlo fino in fondo.
Persone libere dai condizionamenti della bassa politica. Persone che daranno testimonianza al proprio popolo e che concorreranno a migliorare le condizioni di vita dei lucani anche chiedendo un impegno, un investimento, un sacrificio per conquistare in futuro un livello più elevato di civiltà e di qualita della convivenza.
Sono le persone che fanno la differenza!
Persone in grado di mettere un po' di pepe ad una competizione elettorale che si avvia, con le attuali personalità in campo, ad essere una stanca liturgia, che non avvicina i cittadini alla politica ed alle istituzioni e che non affronta i veri problemi dei cittadini e delle famiglie.
Stiamo cercando persone così. Perché la Basilicata merita il meglio.
Promettiamo un governo capace di creare le condizioni ambientali, il software sociale, in grado di portare crescita e benessere.
Promettiamo ai lucani un governo così: democratico, popolare, liberale e solidale, di livello internazionale, caratterizzato dai principi della sussidiarietà.
Nel nostro partito non ci sono professionisti della politica.
Facciamo appello in queste prossime e decisive giornate alla tua sensibilità democratica per sollecitare un impegno motivato per il rinnovamento della leadership e della classe politica della Regione Basilicata.
Noi non siamo professionisti della politica. Siamo un partito aperto a tutti i cittadini onesti che vogliono partecipare alla concreta costruzione di un buon futuro.
Stiamo lavorando anche alla selezione dei candidati  a Potenza ed a Matera per le elezioni regionali.
Sono tanti i cittadini che stanno collaborando alle attività del partito.

Offri anche tu il tuo impegno aderendo a Fare per Fermare il Declino Basilicata contattando la direzione regionale di FID
Contatti: fareperlabasilicatapress@gmail.com

venerdì 13 settembre 2013

FARE E’ UN LABORATORIO IN PIENA ATTIVITÀ TRA STRATEGIE NAZIONALI E POLITICHE LOCALI

Cooperare con chi è impegnato a rimuovere le cause del declino italiano, a partire dalle realtà locali, e fare assieme massa critica. E’ la nuova strategia di Fare che apre a confronti a tutto campo sul territorio con movimenti, associazioni e altre forze sociali, per creare dal basso un soggetto politico nuovo, che alle amministrative possa rappresentare una valida alternativa al consolidato duopolio PD-PDL


Fare per fermare il declino ha scelto la sua strategia per politica territoriale da qui alle prossime amministrative. Fare è una forza nata a causa dell’assenza di soggetti politici realmente intenzionati a ben governare, che ha spinto migliaia di cittadini a scendere in campo sotto le bandiere di Fare, partito/movimento con caratteristiche uniche, un programma chiaro, esponenti non compromessi, pragmatismo sui mezzi e totale rifiuto dei riti e dei contenuti della vecchia politica.
In questo contesto, per costituire una forza capace di incidere al massimo sulle realtà politiche locali, ha deciso di intraprendere un percorso fatto di sistematici confronti con tutte le forze che non possiedono una organizzazione nazionale ma sono presenti localmente (liste civiche, associazioni culturali, organizzazioni politiche frutto di particolari istanze o esperienze locali) per affiancarle e costituire assieme una forza d’urto maggiore, integrando in modo sinergico il lavoro di tutte le forze politiche e sociali di base con le quali stiamo dialogando da mesi.
Questo confronto ha comunque alcune inderogabili pregiudiziali, etiche prima ancora che politiche: il rifiuto di farsi portatori di interessi di fatto compartecipi del sistema di potere attuale, il pragmatismo politico, la rinuncia alle barriere ideologiche, l’apertura agli altri senza preconcetti e pregiudiziali, l’attenzione primaria alle riforme strutturali di cui c’è urgente bisogno, il cambiamento radicale nella composizione delle elite politiche e dei loro metodi di selezione.
Unirsi ad altre forze sarà lo strumento principale per raggiungere la massa critica necessaria a permettere alle idee condivise di affermarsi prima a livello elettorale e poi politico. Questo è anche l’unica maniera per costruire dal basso ed efficacemente la nostra partecipazione alle prossime elezioni amministrative” sostiene Michele Boldrin, Coordinatore Nazionale del movimento. “Viste in questa chiave strategica, le esperienze in corso nel Trentino e in Basilicata sono, seppur in forme diverse, promettenti esperimenti di modelli di azione che il laboratorio politico di Fare va costruendo, per creare un nuovo soggetto politico, più ampio e consistente, che vada oltre le tradizionali alleanze elettorali fra micro-partiti identitari”.

Parte quindi da oggi un percorso capillare che porterà Fare, in ciascun comune d’Italia, a trovare punti d'incontro con realtà locali diverse luogo per luogo, e a fondere culture ed esperienze politiche e sociali. E’ un grande passo in avanti in termini di democrazia e di modo di fare politica, creando dal basso le premesse che porteranno a un nuovo partito a-confessionale e a-ideologico di massa, capace di rappresentare gli interessi di chi vive esposto alla concorrenza e fuori dai privilegi clientelari con cui la casta politica ricatta la società civile.

Fare per fermare il declino su elezioni regionali in Basilicata

La direzione regionale di Fare per Fermare il declino Basilicata chiarisce la sua posizione sulle prossime  elezioni regionali. “In questi mesi, abbiamo lavorato come lievito per  un nuovo pane, - sostiene Michele Fanelli Coordinatore regionale  - convinti che in Basilicata più che altrove sia necessario un rinnovamento profondo dei  leader,  ricercando persone nuove e d’esperienza provenienti dalla società civile.”
“Stiamo lavorando  intorno ad un nuovo progetto – prosegue Fanelli -  in cui le persone siano fondamentali, costruendo una capacità di governo,  che non si limiti a gestire le sempre più scarse risorse, ma che riesca  a valorizzare finalmente in ambito internazionale le grandi potenzialità inespresse della Basilicata. “
Nelle attività di questa “officina politica” sono coinvolte molteplici forze ed energie di cui nessuna è protagonista in esclusiva.
Individuare nomi  di candidati e leader è ad oggi prematuro in quanto  essi non potranno che scaturire da decisioni condivise da tutti i protagonisti.
 Si smentisce al momento qualunque ipotesi  di  candidatura al ruolo di Presidente della Regione Basilicata,  su nomi che circolano quali quello del Magistrato Silvana Arbia, figura lucana di grande autorevolezza e rilievo internazionale.

giovedì 18 luglio 2013

Alcune riflessioni sul volantinaggio di Matera del 16 luglio 2013

Matera 16 luglio 2013
Questa mattina alle 8,30 davanti all'ingresso dell’Agenzia delle Entrate di Matera siamo arrivati io, Frank D’Addario e Marinunzia Fanelli (che ha anche scattato qualche foto, pubblicate sul sito nazionale).





Abbiamo subito “piantato” le bandiere di FARE all’ingresso dell’Ufficio ed un TOTEM del partito molto bello con il logo in bella vista.


Abbiamo subito iniziato a distribuire i volantini CONTRO GLI SPRECHI DI STATO.

In tre ore abbiamo distribuito 250 volantini (stampati ad arte dal grande Claudio Latorre), e dialogato con molte persone: nessuno ci ha spedito a quel paese e molti hanno dimostrato un vivo interesse.

C’è una gran voglia da parte dei cittadini di essere ascoltati.





Alcune persone sono ritornate per chiedere altri volantini da distribuire tra i loro amici.



Tra i cittadini che si sono fermati a parlare amabilmente con noi anche alcuni dichiarati elettori di FARE, bello! E’ importante pensare nella nostra azione politica alla responsabilità che ci derivadagli elettori (poco meno di 2 mila) che anche in Basilicata hanno affidato il proprio voto al nostro partito.





Altre hanno chiesto notizie del partito, di Oscar Giannino, e di come ci stiamo organizzando per i prossimi mesi.


Abbiamo anche ricevuto la disponibilità di alcuni rappresentanti di movimenti politici autonomi della provincia di Matera e Potenza a dialogare.

In alcuni cittadini abbiamo anche riscontrato disillusione e sfiducia.
Crediamo fermamente che tali sentimenti vanno assolutamente contrastati. E’ soprattutto questo il senso del nostro impegno.
 
Alle 10,00 ha rafforzato la “pattuglia di fattivi” l’Ing. Nobile di Montescaglioso.

Un episodio curioso. Un cittadino, d’istinto all’atto della consegna del volantino, lo ha con decisione strappato, riponendolo civilmente nel contenitore della spazzatura e gridando che MONTI ha rovinato l’Italia e che alle prossime elezioni prenderà lo zero %..naturalmente abbiamo tentato, senza successo, di spiegargli che il Prof. Monti non appartiene al nostro partito.

Ritengo che l’iniziativa vada ripetuta ed in ogni caso organizzeremo nelle nostre città altri momenti di contatto diretto ed immediato con i cittadini.

Il video della iniziativa di Matera, realizzato da TRM e dal giornalista Michele Cifarelli lo trovate sentite, sentite… sulla home page del sito web nazionale del partito a testimonianza che la BASILICATA è al centro dell’attenzione nazionale del partito.

Quando i volantini sono finiti abbiamo chiacchierato a lungo con un rappresentante di un movimento cattolico.

Alle dodici circa, dolenti ed assetati, abbiamo “liberato”, per adesso, l’ingresso del TAX OFFICE!


Michele Fanelli

mercoledì 17 luglio 2013

Convegno Green economy a Latronico 26 luglio 2013


Basta spese di Stato. Basta tasse per pagarli. Boldrin: Grazie a tutti, buona la prima e non finisce qui.

"Basta sprechi di Stato. Basta tasse per pagarli." Questo il battagliero messaggio che molti cittadini italiani hanno trovato ieri recandosi all'Agenzia delle Entrate della propria zona. A portarlo, in tutte le regioni d'Italia, in oltre quaranta località, alcune centinaia di aderenti di Fare per Fermare il declino, armati di volantini, bandiere, spillette e soprattutto buona volontà e buoni argomenti. “Molti cittadini si sono fermati a discutere con noi e ci hanno raccontato storie incredibili, di rimborsi attesi da anni, di imposte su beni inaccessibili. Per non parlare della qualità dei servizi offerti da uno Stato che pretende tanto dai suoi 'sudditi' con modalità talvolta discutibili. Se mettiamo assieme quelle di tutte le sedi potremmo farne un libro”, racconta Manuela, una militante di Seregno.
A Roma davanti all'Agenzia delle entrate in via Ippolito Nievo, a Milano in quella di via Moscova, e poi Vigevano, Desio, Vimercate, Pavia, Mantova, Torino, Vercelli, Genova, Savona, Trento, Rimini, Ancona, Macerata, Fermo, Fano, Pesaro, Pescara, Matera, ma tutte le regioni d'Italia sono state coinvolte.
Sui social media, la campagna #BastaSprechiDiStato con l’hashtag collegato ha generato circa 3.000 citazioni e 800.000 visualizzazioni su Twitter e oltre 300.000 tra condivisioni e “likes” su Facebook dove Fare per Fermare il Declino può contare non soltanto sui 60.000 fan sulla propria pagina nazionale, ma anche su una rete di pagine regionali che consentono un’ottima copertura del territorio e la partecipazione della base. Grande soddisfazione per la riuscita dell'iniziativa da parte del coordinatore di Fare per Fermare il declino, Michele Boldrin: “Non è stata una semplice protesta contro l'insostenibile pressione fiscale, ma la precisa indicazione che dietro alle alte tasse e al basso livello dei servizi ricevuti in cambio dai cittadini, spesso si nascondono grandi e piccoli sprechi di Stato. È stata la prima vera manifestazione nazionale di un partito da quando il governo Letta si è insediato. Ma non finisce qui”.

Nelle prossime settimane sul sito nazionale di Fare per Fermare il declino, dove stanno confluendo, foto, video e resoconti dei comitati locali che hanno reso possibile l'iniziativa, verrà attivata una piattaforma di Citizen Watch per denunciare grandi e piccoli sprechi di denaro pubblico anche a livello locale.

lunedì 15 luglio 2013

Anche a Matera iniziativa nazionale Basta sprechi di Stato. Basta tasse per pagarli!

Martedì 16 luglio Fare per Fermare il declino testimonierà pubblicamente e farà sentire la sua voce contro gli sprechi di Sato. Anche gli aderenti di FARE Basilicata parteciperanno alla prima chiamata all'azione da quando FARE si è dato organi democraticamente eletti. 
Nella mattinata su tutto il territorio nazionale verrà svolta un'operazione di volantinaggio che in Basilicata si svolgerà presso l'Agenzia delle Entrate di Matera. 
L'iniziativa di informazione alla popolazione, verrà realizzata anche in rete, in particolare su twitter, saranno raccolte testimonianze sia dell'operazione sia degli sprechi attraverso l'hashtag #BastaSprechiDiStato in modo che chi non può essere fisicamente nelle piazze possa collaborare con l'azione sui social, e infine verso i media verrà svolta attività di informazione sul tema degli sprechi e sull'attività del movimento nel suo complesso.
I cittadini italiani ne subiscono gli effetti finali in termini di bassi livelli di servizio e di insostenibile pressione fiscale. Ma è tempo di guardare agli sprechi di Stato come a uno dei principali problemi di questo paese. Dietro le troppe tasse e la diffusa inefficienza, sciagure nazionali che incidono in maniera profondamente negativa sulla vita delle persone, delle famiglie e delle imprese italiane, si nasconde spesso un'emorragia di risorse economiche pubbliche male impiegate, sprecate senza ritegno, buttate direttamente nella spazzatura.
Dietro a un'ambulanza che non arriva, a un'impresa o a un professionista che non vengono pagati dall'amministrazione pubblica, a un edificio scolastico che cade a pezzi, a un Canadair che non si alza a spegnere un incendio, quasi sempre c'è un utilizzo improprio di fondi pubblici. Piccoli e grandi sprechi dello Stato nelle sue varie articolazioni, dalla Presidenza della Repubblica all'ultimo dei Comuni. Anche in tempi di recessione e di patti di stabilità, lo Stato, che direttamente o tramite i suoi boiardi controlla gran parte del PIL del paese, trova il modo di utilizzare grandi risorse in modo assolutamente contrario all'interesse dei cittadini.
Alcuni casi clamorosi sono noti all'opinione pubblica: dalla gestione della crisi dell'Alitalia, agli allucinanti livelli di retribuzione dei ruoli apicali dell'amministrazione pubblica, incomparabilmente più alti dei loro omologhi stranieri. Ma c'è un continuo stillicidio di spreco sommerso, anche a livello locale. Tanto più subdolo perché ignoto a gran parte dell'opinione pubblica.
Basti pensare alla triste vicenda di "rimborsopoli" che ha portato la Basilicata alla ribalta nazionale ma che gli elettori facilmente e velocemente stanno dimenticando. Purtroppo la politica tradizionale fa affidamento sulla scarsa memoria dell'elettore lucano, per questo la giornata contro gli sprechi di Stato, non resterà un episodio isolato. Nelle prossime settimane sul sito nazionale di Fare e sui siti regionali, verrà attivata una piattaforma per segnalare puntualmente gli sprechi di risorse a livello locale e nazionale. Una diffusa attività di Citizen Watch sul territorio, per documentare dove finiscono le risorse faticosamente raccolte con il prelievo fiscale. Per queste risorse verranno poi indicati utilizzi più efficienti e utili per i cittadini. Fare non è solo protesta, ma analisi e proposta politica.
Rivotare gli stessi protagonisti dello scempio perpetrato finora, o peggio non andare a votare, equivale a versare le famose "lacrime di coccodrillo".
Non c'è mai stato così bisogno di Fermare il declino in Basilicata.
Non c'è mai stato così bisogno di FARE.


giovedì 4 luglio 2013

Boldrin: “Prima di mandare a casa il 10% dei pubblici dipendenti, meglio mandar via il 90% dei politici incompetenti!”

Il Coordinatore Nazionale di Fare rilancia la sfida sul fronte della spesa della pubblico amministrazione ma più che sull’eccesso di dipendenti pubblici punta il dito sull’inefficienza del settore causata dalla cattiva politica.



Michele Boldrin, coordinatore nazionale di Fare per fermare il declino, torna sul tema della spesa pubblica e si sofferma in particolare sul tema dei pubblici dipendenti, assumendo una posizione ancora una volta ragionata e fuori dal coro dei facili populismi: “E’ pur vero che  in Italia i dipendenti pubblici sono in eccesso, ma questo vale forse per il 10-15% di loro, almeno a livello macroscopico, analizzando il peso del settore pubblico in Italia rispetto a quello di altri paesi similari".  Il vero problema, secondo Boldrin, è nascosto altrove ed è qualitativo più che quantitativo. “Quello che veramente danneggia cittadini e imprese è l’inefficienza di questi dipendenti, o meglio, del sistema di cui essi fanno parte. Il grave è che si tratta di un’inefficienza voluta, cercata e scientificamente attuata dal sistema politico, di destra e di sinistra, che nel settore pubblico e parapubblico storicamente ha sempre trovato un comodo habitat in cui collocare i membri del proprio entourage ed esponenti della rete delle proprie clientele, indipendentemente dalle loro competenze e dalla loro preparazione.
La causa, per Boldrin, è molto chiara: “Per creare dal nulla la un serbatoio di posti da assegnare ai propri seguaci, la politica si è progressivamente inventata procedure sempre più farraginose, passaggi burocratici inutili, compiti assolutamente fantasiosi, alzando oltretutto barriere invalicabili nei mansionari, per cui se in un ufficio pubblico si brucia una lampadina (operazione che a casa propria ciascuno  compie senza problemi) si può arrivare al paradosso che l’impiegato pubblico non può cambiarla da solo ma ma deve chiamare il custode, che attiva la manutenzione, che manda un addetto, che magari prende il furgone, va dal magazziniere, ritira la lampadina e va a fare la sostituzione. Insomma, una situazione che ricorda la vecchia barzelletta dei carabinieri. Il tutto ovviamente corroborato ad ogni passaggio dalla presenza di uno o più moduli di consegna che devono essere compilati, inoltrati, archiviati. Un sistema di questo genere è generatore di inefficienza, anche al di là e indipendentemente dalla maggiore o minore buona volontà dei singoli.
Per invertire la situazione, Boldrin è drastico “Occorre smontare la macchina dello stato così come è stata concepita fin dal dopoguerra perché questa è la principale causa del ristagno. Cosa fare è chiaro a qualsiasi italiano che frequenti un ufficio pubblico o che ci lavori, però occorre prima superare due problemi: uno è culturale, e consiste nel classico “facciamolo, ma comincia tu!”, che frena qualsiasi innovazione e il secondo è che la nostra classe politica e il suo apparato burocratico su questo sistema suicida hanno costruito il proprio potere. Dunque, se l'Italia vuole cambiare deve esprimere una forma di dirigenza politica completamente nuova, non corrotta da precedenti rapporti con questo sistema  che irretisce e blocca qualsiasi tentativo di progresso.”

Boldrin estende poi il ragionamento al caso dei tribunali “Per andare sul concreto, riferiamoci alle odierne resistenze contro l’accorpamento dei tribunali: ci sono intere corporazioni (avvocati, magistrati, eccetera) che a parole possono anche dirsi d’accordo sul tema generale ma poi, quando la riforma tocca il loro ambito, alzano immediatamente barricate spalleggiati (e a volte perfino sopravanzati) dai politici locali, ben contenti di buttare al vento milioni di euro dei loro concittadini (quattordici milioni, per esempio, nel caso del tribunale di Chiavari), pagati dalle loro collettività, pur di assicurare a sé stessi qualche decina di voti in più. Allora, se gli italiani vogliono veramente cambiare, prima di mandare a casa il 10% dei dipendenti pubblici devono aiutarci a mandare a casa il 90% dei politici che li hanno governati sino a ora. Se lo faranno, l’amministrazione pubblica tornerà efficiente e sparirà anche il problema di togliere il lavoro a quell’incolpevole (fino a prova contraria) 10% di personale eccedente.

giovedì 20 giugno 2013

Per una“BASILICATA APERTA” 5 mesi per provarci da protagonisti con tanti cittadini della Basilicata


Come a bordo di una nave, il Presidente di FARE Basilicata Michele Fanelli traccia la "rotta" da seguire nei prossimi 5 mesi. Lo fa riportando in estrema sintesi: obiettivi, Mission, Vision e Strategia Politica. Traccia infine il programma in quattro fasi su cui FARE Basilicata sarà attivo nei prossimi mesi.

Obiettivi:
·         Sviluppare il partito in tutte le città della Basilicata;
·         Aumentare il numero dei tesserati;
·         Preparare il programma regionale del partito per una Regione aperta, moderna e liberale;
·         Concorrere alla selezione della nuovaclasse dirigente della Regione;
·         Creare le condizioni per poter partecipare alle elezioni regionali di novembre.

Mission: "siamo un club di amici, nuovi della politica, professionalmente preparati, che vogliono far cresce l'Italia e la Basilicata, cambiandole con l'attuazione del programma di FARE, partendo dal valore di ogni persona e dai giovani. La somma di persone così diventano uno Stato ed una Regione competitive, ricche e solidali. Vogliamo, in spirito di servizio, dare alla politica e non prendere. Crediamo nella politica fondata non sui favori ma sui risultati verificabili. Guardiamo con attenzione alle altre realtà politiche nuove".

Vision: “rivoltare la Basilicata come un calzino”.

I cittadini della Basilicata con cui ci piace dialogare per spingere la Basilicata verso il cambiamento:
·         Giovani al primo voto;
·         Donne;
·         Imprenditori;
·         Professionisti;
·         Disoccupati e cassintegrati;
·         Cattolici;
·         I cittadini appartenenti alle aree del disagio sociale;
·         Persone illuminate della classe dirigente, del pubblico impiego e del lavoro dipendente privato.

La strategia politica:
Aggregare le forze nuove del vero cambiamento non compromesse con la vecchia classe dirigente.  Aggregare associazioni, movimenti, personalità.
Rimotivare alla politica l’immensa area dell’astensione,
Concorrere ad un profondo ripensamento dell'area di centro.
Ricercare un dialogo con tutti, soprattutto con i “cittadini pensanti” della sinistra, della destra e del movimento 5 stelle.

Programma delle attività in quattro fasi:

1 Fase - Ascolto Attivo
Mesi: giugno e luglio
Obiettivo: incontrare i cittadini lucani nei territori su temi di grande interesse pubblico e strategici per il futuro della Basilicata.
Temi generali prioritari: sviluppo economico, lavoro conoscenza formazione, ambiente, disagio sociale.

2 Fase - Approfondimento
Obiettivo: nell'ultima decade di agosto organizzare un evento residenziale aperto anche a contributi esterni di tre giorni per approfondire i quattro temi prioritari, sistematizzando e condividendo il lavoro di ascolto attivo.

3 Fase - Elaborazione della proposta politica regionale
Mese: settembre
Obiettivo: soprattutto nelle 4 aree tematiche prioritarie, elaborare il programma di proposta politica regionale.
Organizzeremo momenti pubblici per co-creare il programma valorizzando piattaforme liquide.

4 Fase - comunicare il programma regionale con azioni su tutto il territorio - campagna elettorale.
Mesi: ottobre, novembre

Fare per Fermare il Declino è un partito contro ogni forma di populismo. Il lavoro politico di tutti gli aderenti e tesserati di Fare per Fermare il Declino in Basilicata è quello di essere profondi, credibili, distintivi e propositivi.

Nei prossimi cinque mesi la Basilicata sarà una delle priorità nazionali di Fare per Fermare il Declino.Il Presidente Michele Boldrin, la Direzione Nazionale, le Direzioni Regionali di tutta l’Italia hanno manifestato la massima vicinanza alla Basilicata ed un “fattivo” incoraggiamento.

Rivolgiamo un appello alla partecipazione soprattutto ai tantissimi cittadini che non hanno mai, come tutti noi, svolto attività politica per poter creare le condizioni di poter in concreto incidere nella comunità politica ed istituzionale della Regione Basilicata.


mercoledì 19 giugno 2013

La risposta di Michele Boldrin a Guido Crosetto in una Lettera aperta





Caro Crosetto, ho letto dell’operazione che dovrebbe portare alla creazione di un nuovo partito di centrodestra, anzi de IL partito di centrodestra italiano. Ho letto anche del vostro invito pubblico a Fare per entrare a far pare di questa "Cosa" che la stampa definisce "Nera". Ebbene, caro Crosetto, senza tanti giri di parole ti dico chiaramente che noi di Fare nella "Cosa Nera" non abbiamo proprio alcuna voglia di entrarci. Per svariate e semplici ragioni.

Siamo nati 10 mesi fa sulla base di una constatazione fondamentale: l’attuale classe politica, salvo poche eccezioni, ha completamente fallito e deve essere cambiata. Dopo aver spiegato perché deve essere cambiata (ha fatto il contrario di ciò che sarebbe stato utile) abbiamo anche messo giù per filo e per segno le cose che, a nostro avviso, occorre fare per invertire il declino del paese. Noi siamo disposti a parlare con chiunque sia desideroso di mettere in pratica almeno qualcuna di quelle proposte molto concrete e, requisito necessario, non sia responsabile politico del declino in corso. I Tremonti ed i La Russa (per menzionare due dei più noti) che dovrebbero costituire l’asse portante della "Cosa Nera" non possiedono né la prima né, soprattutto, la seconda, caratteristica. Per quanto mi riguarda vi è una ed una sola cosa che questo tipo di persone dovrebbero avere la decenza di fare se avessero a cuore il bene del paese: ritirarsi a vita privata sperando che altri riparino i danni che la loro cattiva azione politica ha generato.
Pensare che Fare possa farsi coinvolgere in un’operazione di maquillage politico-elettorale di questo tipo vuol dire non aver fatto attenzione a quanto abbiamo detto e scritto o pensare che noi siamo di quelli che dicono una cosa e poi ne fanno un’altra. Non è proprio così: abbiamo l’intenzione di fare ciò che promettiamo ed il nostro progetto consiste nella creazione di una forza politica nuova che sia alternativa a chi ha mal governato l’Italia (da destra o da sinistra, fa lo stesso) per decenni. Creare un altro partito di destra – ideologizzato, conservatore e stracolmo di ex ministri e parlamentari fallimentari – risolve forse qualche problema del paese? Nessuno, a parte il loro bisogno di riciclarsi. È un trucco già visto e rivisto, che può ingannare solo qualche ingenuo e vorrei sperare, caro Crosetto, che tu non sia fra questi.
Fare ha scelto consapevolmente di non avere connotazioni ideologiche, né di destra, né di sinistra né di qualsiasi altro colore: le nostre stelle polari sono lo sviluppo economico e la rinascita sociale del paese nell’interesse di chi – lavorando e producendo o per lo meno cercando di farlo come i milioni privi di occupazione – lo tiene ancora in piedi. Noi non vogliamo essere conservatori perché qui c’è poco o nulla da conservare e moltissimo da cambiare se si vuol riprendere la strada del progresso sociale ed economico.
Caro Crosetto, tu sei uno dei pochi che, in anni recenti, ha almeno cercato di dire che occorreva agire diversamente. Negli ultimi tempi avevi anche manifestato la consapevolezza che una politica del tutto diversa è necessaria: come puoi pensare che la "Cosa Nera" sia la strada giusta? A te e a tutti coloro che in buona fede vogliono veramente fare gli interessi del paese, diciamo: rinunciate alle piccole rendite di posizione ed ai trasformismi che una classe politica ed un sistema fallimentari offrono e propongono. Iniziate a ragionare pubblicamente con noi sui programmi concreti e sulle cose da fare per tagliare la spesa pubblica, abbattere le tasse, ridurre lo strapotere della burocrazia e su tutto il resto che serve per far ripartire il nostro paese. Ecco, questa è l’unica condizione a partire dalla quale si può navigare assieme verso un punto d'incontro che definisca una valida alternativa al drammatico vuoto attuale di idee, di proposte concrete e di persone credibili capaci di attuarle.

lunedì 17 giugno 2013

Michele Boldrin fissa nelle elezioni in Basilicata una delle priorità emerse nel congresso di Perugia

Il Coordinatore di Fare parla della due giorni perugina con cui si è conclusa la fase costituente ed è iniziata l’attività sul territorio in una intervista da Palma di Majorca di Leonardo Ristori .

Una Start Up, questa la definizione che il coordinatore dà del Movimento Fare sostenendo che a Perugia, qualche giorno fa, il movimento ha iniziato il suo cammino, discutendo e cercando dentro di sé e nel confronto con gli altri, la sua linea più vera. Con questa definizione intende non un modello di sviluppo calato dall’alto, bensì una linea che deve nascere a poco a poco dal dialogo e dal confronto.
Non esiste un tracciato precostituito, il cammino si fa camminando” ha affermato ribadendo, tuttavia l’attualità del programma in dieci punti “perché quei punti sono il frutto di studi maturati in anni di osservazione della realtà italiana, che nell’ultimo periodo non è affatto cambiata; i dieci punti, con tutto quello che ci sta sotto e tutto quello con cui li si potrà accrescere, arricchire, sviluppare ed evolvere, devono essere metabolizzati tra tutti noi, non solo dai vertici, con un processo di studio, di dialogo e di confronto. Insomma, per parlare aziendalmente, non si lavora più top down ma bottom up.”
Fare, pertanto è un partito in forte innovazione nelle idee e nel modo di fare politica. Un esempio è stato lo stesso incontro di Perugia, non un Congresso tradizionale, ma  un incontro in due giornate in cui costruire e ripartire, parlando di politica e delle idee, fissando le cose da fare.
In quella sede si sono costituite commissioni che hanno iniziato ad operare e ad allargare la base di coloro che a getto continuo produrranno studi ed elaboreranno, mettendo a fattor comune le loro competenze professionali, le  proposte della base. Si sono fissati nuovi modi per comunicare, stabilendo modalità innovative per fare fund raising e autofinanziarsi, coerentemente con l’idea di contrarietà al finanziamento pubblico dei partiti.
Quello che emerge da Perugia, a parere di Boldrin, è un partito nuovo ma vero, capace di confrontarsi all’interno e pronto al dialogo concreto con le altre forze politiche e culturali aperte alla politica del Fare. “Certo, il lavoro che ci aspetta è tanto, - ha concluso -  e non mancheranno certamente le difficoltà, a partire dalle prossime elezioni in Basilicata, come pure dalle proposte che vorremo fare su IRAP e IMU. Ma sono sicuro che questo partito saprà costruire il suo cammino su basi solide. Senza fretta ma anche senza perder tempo. Fare? E’ partito!


 Fare per Fermare il Declino è il partito politico scaturito dal movimento nato lo scorso agosto. Il manifesto di appello agli italiani da cui il momento di origine del movimento, pubblicato su sei quotidiani e intitolato “Cambiare la politica, fermare il declino, tornare a crescere”, è basato su 10 punti programmatici, semplici e realizzabili, e ha ottenuto una immediata e forte risposta da parte degli italiani, che ha permesso di partecipare alle elezioni politiche già dopo pochi mesi dalla costituzione. Oggi il movimento conta oltre 70mila adesioni. www.fermareildeclino.it - www.fare2013.it.

sabato 15 giugno 2013

"Rivoltare l'Italia come un calzino".... partendo dalla Basilicata


"Rivoltare l'Italia come un calzino". È questo il programma del Prof. Michele Boldrin, nuovo presidente di Fare per Fermare il Declino.
A distanza di soli tre mesi dalle elezioni nazionali abbiamo un nuovo partito italiano, con una nuova leadership nazionale e regionale eletta democraticamente da oltre sei mila tesserati in tutta Italia.
Il programma del partito è quello di radicarsi in tutte le città italiane attraverso la costituzione di comitati locali, raggiungendo i 50.000 tesserati entro la fine dell'anno. Ciò consentirà di aggregare altre forze politiche italiane per costruire una nuova e grande formazione politica nazionale  in grado di candidarsi alla guida del Paese.
Michele Boldrin ha sottolineato  l’unicità della proposta politica di Fare, affermando che “…la nostra offerta politica non è sovrapponibile a quella di nessuno partito dell'attuale scenario politico italiano; Fare è piuttosto il primo elemento di un nuovo polo di aggregazione che abbia come valori guida la crescita economica, la mobilita sociale, la sussidiarietà, il merito e la responsabilità individuale”.
 È un processo impegnativo e totalmente nuovo che partendo dalle persone e dalle sfide nuove del nostro tempo potrà anche riavvicinare alla politica la maggior parte degli italiani che attraverso l'astensione al voto denunciano civilmente una profonda crisi di rappresentatività politica ed Istituzionale.
L'esperienza della breve campagna elettorale nazionale ha cementato nella nostra regione un gruppo di persone che desiderano con tenacia e volontà proseguire un percorso di impegno politico e di miglioramento personale e comunitario per "rivoltare la Basilicata come un calzino".
Sappiamo molto bene che questo è un tempo di impegno, di responsabilità e di partecipazione. Fare per Fermare il Declino esiste ed è il primo partito italiano nato da una spinta vitale di intellettuali, professionisti, cittadini italiani che stanno costruendo una offerta politica nuova per il futuro dell'Italia e della Basilicata, senza padroni e nella assoluta discontinuità con una classe politica che storicamente resiste ad ogni ragionevole cambiamento.
Gli eletti nella Direzione Regionale della Basilicata sono:
Michele Fanelli Presidente
Frank Daddario
Claudio Latorre
Vincenzo Mancusi
Giuliano Velluzzi è stato eletto componente della Direzione Nazionale.
Nei prossimi giorni sarà ufficializzata la nomina del quinto componente della direzione regionale.
Nel corso del primo incontro di direzione regionale abbiamo definito la mission del partito che offriamo al vostro libero e critico apprezzamento:
"siamo un club di amici, nuovi della politica, professionalmente preparati, che vogliono far cresce l'Italia e la Basilicata, cambiandole con l'attuazione del programma di FARE, partendo dal valore di ogni persona e dai giovani. La somma di persone così diventano uno Stato ed una Regione competitive, ricche e solidali. Vogliamo, in spirito di servizio, dare alla politica e non prendere. Crediamo nella politica fondata non sui favori ma sui risultati verificabili. Guardiamo con attenzione alle altre realtà politiche nuove".
La Direzione Regionale di Fare per Fermare il Declino desidera ringraziare ogni aderente per la partecipazione ed il contributo dati in questi mesi.
Vi chiediamo ancora di dedicare con generosità un po' della vostra vita allo sviluppo del partito costituendo comitati nelle proprie città e partecipando attivamente alla vita ragionale e nazionale. Fare per Fermare il Declino è un partito di volontari che ha bisogno a tutti i livelli delle vostre competenze.
Ci troviamo a rincorrere appuntamenti elettorali!
Il 17 e 18 novembre saranno due giorni importanti per la Basilicata.
Stiamo dialogando con alcune forze politiche e apriremo molti altri tavoli di discussione culturale e politica.
Soprattutto stiamo definendo un calendario strutturato di iniziative politiche per i prossimi sei mesi in Basilicata ed anche su questo vi chiediamo un contributo attivo.
Dopo Perugia (il 7 e l'8 giugno si è svolto il primo incontro nazionale dei dirigenti di Fare) abbiamo l'intero partito che ha promesso di supportare con ogni mezzo i fattivi della Basilicata in vista delle elezioni regionali.
Siamo consapevoli che occorre un lavoro paziente per intaccare il rapporto Stato-società- economia.
Saremo attivi, pragmatici ed animati da una forte fiducia individuale.
Come ha ben riassunto Michele Boldrin, non siamo ancora un movimento politico, siamo piuttosto una start-up. E non esiste un cammino tracciato, il cammino si fa camminando.
Mi auguro di incontrarvi presto.
Buon cammino a tutti e buon cammino alla Basilicata
Michele Fanelli
Presidente di Fare Basilicata

venerdì 14 giugno 2013

Rapporto Bankitalia sull'Economia della Basilicata: la posizione di FARE per Fermare il declino Basilicata

COMUNICATO STAMPA
Matera 14 giugno 2013
Il rapporto su "L'economia della Basilicata" nel 2012, curato dal Nucleo di Ricerca Economica della Filiale di Potenza della Banca d'Italia conferma un trend molto preoccupante del cruscotto di indicatori di performance della regione. Le attese non erano ottimistiche, ma i risultati sono preoccupanti, se nel 2012 il prodotto interno lordo della Basilicata è diminuito del 3,1 per cento.
La produzione industriale lucana ha perso circa 9,5 punti percentuali rispetto al 2011. La perdita di ricchezza e di consumo, di tessuto industriale, di lavoro interrogano la nostra comunità regionale sulle cause e sui possibili rimedi per riconquistare il futuro che i cittadini e le famiglie si meritano.
La disoccupazione giovanile ha raggiunto livelli insostenibili con un tasso in aumento fino al 28,2%.
Il negativo andamento delle esportazioni e la bassa capacità di innovazione del sistema, evidenziano una persistente difficoltà che richiede risposte nuove ed efficaci. Sono in calo anche i consumi (meno 10,5%) e le compravendite immobiliari.
Ma non ci può essere alcuna rassegnazione di fronte a questi risultati, “Inizia un semestre che chiamerà il popolo della Basilicata al rinnovo del parlamento e del governo regionali – sostiene Michele Fanelli Presidente di Fare in Basilicata -  In questo periodo occorre favorire tra i cittadini un lavoro di ascolto, confronto, elaborazione e partecipazione.”
La flessione non risparmia neanche il settore dei servizi con un calo dell’1,6 % del valore aggiunto e del turismo, per il quale si è interrotto il trend moderatamente positivo degli ultimi anni registrando una riduzione delle presenze del 4,2 %.
I riflessi sull’economia del cattivo utilizzo dei fondi pubblici, ha raggiunto livelli offensivi per la popolazione lucana – ribatte il dirigente regionale del partito Frank D’Addario – occorre che la classe dirigente politica dia conto del proprio operato e se ne assuma tutte le responsabilità” .
È tempo di responsabilità per tutti i cittadini e tutta la classe dirigente la cui impreparazione ad affrontare una emergenza di tali dimensioni appare imbarazzante – conclude Fanelli -  È tempo di scelte coraggiose e di impegni politici e programmatici di lungo periodo. Le risorse pubbliche e private per rilanciare la regione ci sono, a patto che la nuova crescita economica si fondi sui valori della mobilità sociale, della sussidiarietà, del merito e della responsabilità individuale.”

Ufficio stampa Basilicata