giovedì 20 giugno 2013

Per una“BASILICATA APERTA” 5 mesi per provarci da protagonisti con tanti cittadini della Basilicata


Come a bordo di una nave, il Presidente di FARE Basilicata Michele Fanelli traccia la "rotta" da seguire nei prossimi 5 mesi. Lo fa riportando in estrema sintesi: obiettivi, Mission, Vision e Strategia Politica. Traccia infine il programma in quattro fasi su cui FARE Basilicata sarà attivo nei prossimi mesi.

Obiettivi:
·         Sviluppare il partito in tutte le città della Basilicata;
·         Aumentare il numero dei tesserati;
·         Preparare il programma regionale del partito per una Regione aperta, moderna e liberale;
·         Concorrere alla selezione della nuovaclasse dirigente della Regione;
·         Creare le condizioni per poter partecipare alle elezioni regionali di novembre.

Mission: "siamo un club di amici, nuovi della politica, professionalmente preparati, che vogliono far cresce l'Italia e la Basilicata, cambiandole con l'attuazione del programma di FARE, partendo dal valore di ogni persona e dai giovani. La somma di persone così diventano uno Stato ed una Regione competitive, ricche e solidali. Vogliamo, in spirito di servizio, dare alla politica e non prendere. Crediamo nella politica fondata non sui favori ma sui risultati verificabili. Guardiamo con attenzione alle altre realtà politiche nuove".

Vision: “rivoltare la Basilicata come un calzino”.

I cittadini della Basilicata con cui ci piace dialogare per spingere la Basilicata verso il cambiamento:
·         Giovani al primo voto;
·         Donne;
·         Imprenditori;
·         Professionisti;
·         Disoccupati e cassintegrati;
·         Cattolici;
·         I cittadini appartenenti alle aree del disagio sociale;
·         Persone illuminate della classe dirigente, del pubblico impiego e del lavoro dipendente privato.

La strategia politica:
Aggregare le forze nuove del vero cambiamento non compromesse con la vecchia classe dirigente.  Aggregare associazioni, movimenti, personalità.
Rimotivare alla politica l’immensa area dell’astensione,
Concorrere ad un profondo ripensamento dell'area di centro.
Ricercare un dialogo con tutti, soprattutto con i “cittadini pensanti” della sinistra, della destra e del movimento 5 stelle.

Programma delle attività in quattro fasi:

1 Fase - Ascolto Attivo
Mesi: giugno e luglio
Obiettivo: incontrare i cittadini lucani nei territori su temi di grande interesse pubblico e strategici per il futuro della Basilicata.
Temi generali prioritari: sviluppo economico, lavoro conoscenza formazione, ambiente, disagio sociale.

2 Fase - Approfondimento
Obiettivo: nell'ultima decade di agosto organizzare un evento residenziale aperto anche a contributi esterni di tre giorni per approfondire i quattro temi prioritari, sistematizzando e condividendo il lavoro di ascolto attivo.

3 Fase - Elaborazione della proposta politica regionale
Mese: settembre
Obiettivo: soprattutto nelle 4 aree tematiche prioritarie, elaborare il programma di proposta politica regionale.
Organizzeremo momenti pubblici per co-creare il programma valorizzando piattaforme liquide.

4 Fase - comunicare il programma regionale con azioni su tutto il territorio - campagna elettorale.
Mesi: ottobre, novembre

Fare per Fermare il Declino è un partito contro ogni forma di populismo. Il lavoro politico di tutti gli aderenti e tesserati di Fare per Fermare il Declino in Basilicata è quello di essere profondi, credibili, distintivi e propositivi.

Nei prossimi cinque mesi la Basilicata sarà una delle priorità nazionali di Fare per Fermare il Declino.Il Presidente Michele Boldrin, la Direzione Nazionale, le Direzioni Regionali di tutta l’Italia hanno manifestato la massima vicinanza alla Basilicata ed un “fattivo” incoraggiamento.

Rivolgiamo un appello alla partecipazione soprattutto ai tantissimi cittadini che non hanno mai, come tutti noi, svolto attività politica per poter creare le condizioni di poter in concreto incidere nella comunità politica ed istituzionale della Regione Basilicata.


mercoledì 19 giugno 2013

La risposta di Michele Boldrin a Guido Crosetto in una Lettera aperta





Caro Crosetto, ho letto dell’operazione che dovrebbe portare alla creazione di un nuovo partito di centrodestra, anzi de IL partito di centrodestra italiano. Ho letto anche del vostro invito pubblico a Fare per entrare a far pare di questa "Cosa" che la stampa definisce "Nera". Ebbene, caro Crosetto, senza tanti giri di parole ti dico chiaramente che noi di Fare nella "Cosa Nera" non abbiamo proprio alcuna voglia di entrarci. Per svariate e semplici ragioni.

Siamo nati 10 mesi fa sulla base di una constatazione fondamentale: l’attuale classe politica, salvo poche eccezioni, ha completamente fallito e deve essere cambiata. Dopo aver spiegato perché deve essere cambiata (ha fatto il contrario di ciò che sarebbe stato utile) abbiamo anche messo giù per filo e per segno le cose che, a nostro avviso, occorre fare per invertire il declino del paese. Noi siamo disposti a parlare con chiunque sia desideroso di mettere in pratica almeno qualcuna di quelle proposte molto concrete e, requisito necessario, non sia responsabile politico del declino in corso. I Tremonti ed i La Russa (per menzionare due dei più noti) che dovrebbero costituire l’asse portante della "Cosa Nera" non possiedono né la prima né, soprattutto, la seconda, caratteristica. Per quanto mi riguarda vi è una ed una sola cosa che questo tipo di persone dovrebbero avere la decenza di fare se avessero a cuore il bene del paese: ritirarsi a vita privata sperando che altri riparino i danni che la loro cattiva azione politica ha generato.
Pensare che Fare possa farsi coinvolgere in un’operazione di maquillage politico-elettorale di questo tipo vuol dire non aver fatto attenzione a quanto abbiamo detto e scritto o pensare che noi siamo di quelli che dicono una cosa e poi ne fanno un’altra. Non è proprio così: abbiamo l’intenzione di fare ciò che promettiamo ed il nostro progetto consiste nella creazione di una forza politica nuova che sia alternativa a chi ha mal governato l’Italia (da destra o da sinistra, fa lo stesso) per decenni. Creare un altro partito di destra – ideologizzato, conservatore e stracolmo di ex ministri e parlamentari fallimentari – risolve forse qualche problema del paese? Nessuno, a parte il loro bisogno di riciclarsi. È un trucco già visto e rivisto, che può ingannare solo qualche ingenuo e vorrei sperare, caro Crosetto, che tu non sia fra questi.
Fare ha scelto consapevolmente di non avere connotazioni ideologiche, né di destra, né di sinistra né di qualsiasi altro colore: le nostre stelle polari sono lo sviluppo economico e la rinascita sociale del paese nell’interesse di chi – lavorando e producendo o per lo meno cercando di farlo come i milioni privi di occupazione – lo tiene ancora in piedi. Noi non vogliamo essere conservatori perché qui c’è poco o nulla da conservare e moltissimo da cambiare se si vuol riprendere la strada del progresso sociale ed economico.
Caro Crosetto, tu sei uno dei pochi che, in anni recenti, ha almeno cercato di dire che occorreva agire diversamente. Negli ultimi tempi avevi anche manifestato la consapevolezza che una politica del tutto diversa è necessaria: come puoi pensare che la "Cosa Nera" sia la strada giusta? A te e a tutti coloro che in buona fede vogliono veramente fare gli interessi del paese, diciamo: rinunciate alle piccole rendite di posizione ed ai trasformismi che una classe politica ed un sistema fallimentari offrono e propongono. Iniziate a ragionare pubblicamente con noi sui programmi concreti e sulle cose da fare per tagliare la spesa pubblica, abbattere le tasse, ridurre lo strapotere della burocrazia e su tutto il resto che serve per far ripartire il nostro paese. Ecco, questa è l’unica condizione a partire dalla quale si può navigare assieme verso un punto d'incontro che definisca una valida alternativa al drammatico vuoto attuale di idee, di proposte concrete e di persone credibili capaci di attuarle.

lunedì 17 giugno 2013

Michele Boldrin fissa nelle elezioni in Basilicata una delle priorità emerse nel congresso di Perugia

Il Coordinatore di Fare parla della due giorni perugina con cui si è conclusa la fase costituente ed è iniziata l’attività sul territorio in una intervista da Palma di Majorca di Leonardo Ristori .

Una Start Up, questa la definizione che il coordinatore dà del Movimento Fare sostenendo che a Perugia, qualche giorno fa, il movimento ha iniziato il suo cammino, discutendo e cercando dentro di sé e nel confronto con gli altri, la sua linea più vera. Con questa definizione intende non un modello di sviluppo calato dall’alto, bensì una linea che deve nascere a poco a poco dal dialogo e dal confronto.
Non esiste un tracciato precostituito, il cammino si fa camminando” ha affermato ribadendo, tuttavia l’attualità del programma in dieci punti “perché quei punti sono il frutto di studi maturati in anni di osservazione della realtà italiana, che nell’ultimo periodo non è affatto cambiata; i dieci punti, con tutto quello che ci sta sotto e tutto quello con cui li si potrà accrescere, arricchire, sviluppare ed evolvere, devono essere metabolizzati tra tutti noi, non solo dai vertici, con un processo di studio, di dialogo e di confronto. Insomma, per parlare aziendalmente, non si lavora più top down ma bottom up.”
Fare, pertanto è un partito in forte innovazione nelle idee e nel modo di fare politica. Un esempio è stato lo stesso incontro di Perugia, non un Congresso tradizionale, ma  un incontro in due giornate in cui costruire e ripartire, parlando di politica e delle idee, fissando le cose da fare.
In quella sede si sono costituite commissioni che hanno iniziato ad operare e ad allargare la base di coloro che a getto continuo produrranno studi ed elaboreranno, mettendo a fattor comune le loro competenze professionali, le  proposte della base. Si sono fissati nuovi modi per comunicare, stabilendo modalità innovative per fare fund raising e autofinanziarsi, coerentemente con l’idea di contrarietà al finanziamento pubblico dei partiti.
Quello che emerge da Perugia, a parere di Boldrin, è un partito nuovo ma vero, capace di confrontarsi all’interno e pronto al dialogo concreto con le altre forze politiche e culturali aperte alla politica del Fare. “Certo, il lavoro che ci aspetta è tanto, - ha concluso -  e non mancheranno certamente le difficoltà, a partire dalle prossime elezioni in Basilicata, come pure dalle proposte che vorremo fare su IRAP e IMU. Ma sono sicuro che questo partito saprà costruire il suo cammino su basi solide. Senza fretta ma anche senza perder tempo. Fare? E’ partito!


 Fare per Fermare il Declino è il partito politico scaturito dal movimento nato lo scorso agosto. Il manifesto di appello agli italiani da cui il momento di origine del movimento, pubblicato su sei quotidiani e intitolato “Cambiare la politica, fermare il declino, tornare a crescere”, è basato su 10 punti programmatici, semplici e realizzabili, e ha ottenuto una immediata e forte risposta da parte degli italiani, che ha permesso di partecipare alle elezioni politiche già dopo pochi mesi dalla costituzione. Oggi il movimento conta oltre 70mila adesioni. www.fermareildeclino.it - www.fare2013.it.

sabato 15 giugno 2013

"Rivoltare l'Italia come un calzino".... partendo dalla Basilicata


"Rivoltare l'Italia come un calzino". È questo il programma del Prof. Michele Boldrin, nuovo presidente di Fare per Fermare il Declino.
A distanza di soli tre mesi dalle elezioni nazionali abbiamo un nuovo partito italiano, con una nuova leadership nazionale e regionale eletta democraticamente da oltre sei mila tesserati in tutta Italia.
Il programma del partito è quello di radicarsi in tutte le città italiane attraverso la costituzione di comitati locali, raggiungendo i 50.000 tesserati entro la fine dell'anno. Ciò consentirà di aggregare altre forze politiche italiane per costruire una nuova e grande formazione politica nazionale  in grado di candidarsi alla guida del Paese.
Michele Boldrin ha sottolineato  l’unicità della proposta politica di Fare, affermando che “…la nostra offerta politica non è sovrapponibile a quella di nessuno partito dell'attuale scenario politico italiano; Fare è piuttosto il primo elemento di un nuovo polo di aggregazione che abbia come valori guida la crescita economica, la mobilita sociale, la sussidiarietà, il merito e la responsabilità individuale”.
 È un processo impegnativo e totalmente nuovo che partendo dalle persone e dalle sfide nuove del nostro tempo potrà anche riavvicinare alla politica la maggior parte degli italiani che attraverso l'astensione al voto denunciano civilmente una profonda crisi di rappresentatività politica ed Istituzionale.
L'esperienza della breve campagna elettorale nazionale ha cementato nella nostra regione un gruppo di persone che desiderano con tenacia e volontà proseguire un percorso di impegno politico e di miglioramento personale e comunitario per "rivoltare la Basilicata come un calzino".
Sappiamo molto bene che questo è un tempo di impegno, di responsabilità e di partecipazione. Fare per Fermare il Declino esiste ed è il primo partito italiano nato da una spinta vitale di intellettuali, professionisti, cittadini italiani che stanno costruendo una offerta politica nuova per il futuro dell'Italia e della Basilicata, senza padroni e nella assoluta discontinuità con una classe politica che storicamente resiste ad ogni ragionevole cambiamento.
Gli eletti nella Direzione Regionale della Basilicata sono:
Michele Fanelli Presidente
Frank Daddario
Claudio Latorre
Vincenzo Mancusi
Giuliano Velluzzi è stato eletto componente della Direzione Nazionale.
Nei prossimi giorni sarà ufficializzata la nomina del quinto componente della direzione regionale.
Nel corso del primo incontro di direzione regionale abbiamo definito la mission del partito che offriamo al vostro libero e critico apprezzamento:
"siamo un club di amici, nuovi della politica, professionalmente preparati, che vogliono far cresce l'Italia e la Basilicata, cambiandole con l'attuazione del programma di FARE, partendo dal valore di ogni persona e dai giovani. La somma di persone così diventano uno Stato ed una Regione competitive, ricche e solidali. Vogliamo, in spirito di servizio, dare alla politica e non prendere. Crediamo nella politica fondata non sui favori ma sui risultati verificabili. Guardiamo con attenzione alle altre realtà politiche nuove".
La Direzione Regionale di Fare per Fermare il Declino desidera ringraziare ogni aderente per la partecipazione ed il contributo dati in questi mesi.
Vi chiediamo ancora di dedicare con generosità un po' della vostra vita allo sviluppo del partito costituendo comitati nelle proprie città e partecipando attivamente alla vita ragionale e nazionale. Fare per Fermare il Declino è un partito di volontari che ha bisogno a tutti i livelli delle vostre competenze.
Ci troviamo a rincorrere appuntamenti elettorali!
Il 17 e 18 novembre saranno due giorni importanti per la Basilicata.
Stiamo dialogando con alcune forze politiche e apriremo molti altri tavoli di discussione culturale e politica.
Soprattutto stiamo definendo un calendario strutturato di iniziative politiche per i prossimi sei mesi in Basilicata ed anche su questo vi chiediamo un contributo attivo.
Dopo Perugia (il 7 e l'8 giugno si è svolto il primo incontro nazionale dei dirigenti di Fare) abbiamo l'intero partito che ha promesso di supportare con ogni mezzo i fattivi della Basilicata in vista delle elezioni regionali.
Siamo consapevoli che occorre un lavoro paziente per intaccare il rapporto Stato-società- economia.
Saremo attivi, pragmatici ed animati da una forte fiducia individuale.
Come ha ben riassunto Michele Boldrin, non siamo ancora un movimento politico, siamo piuttosto una start-up. E non esiste un cammino tracciato, il cammino si fa camminando.
Mi auguro di incontrarvi presto.
Buon cammino a tutti e buon cammino alla Basilicata
Michele Fanelli
Presidente di Fare Basilicata

venerdì 14 giugno 2013

Rapporto Bankitalia sull'Economia della Basilicata: la posizione di FARE per Fermare il declino Basilicata

COMUNICATO STAMPA
Matera 14 giugno 2013
Il rapporto su "L'economia della Basilicata" nel 2012, curato dal Nucleo di Ricerca Economica della Filiale di Potenza della Banca d'Italia conferma un trend molto preoccupante del cruscotto di indicatori di performance della regione. Le attese non erano ottimistiche, ma i risultati sono preoccupanti, se nel 2012 il prodotto interno lordo della Basilicata è diminuito del 3,1 per cento.
La produzione industriale lucana ha perso circa 9,5 punti percentuali rispetto al 2011. La perdita di ricchezza e di consumo, di tessuto industriale, di lavoro interrogano la nostra comunità regionale sulle cause e sui possibili rimedi per riconquistare il futuro che i cittadini e le famiglie si meritano.
La disoccupazione giovanile ha raggiunto livelli insostenibili con un tasso in aumento fino al 28,2%.
Il negativo andamento delle esportazioni e la bassa capacità di innovazione del sistema, evidenziano una persistente difficoltà che richiede risposte nuove ed efficaci. Sono in calo anche i consumi (meno 10,5%) e le compravendite immobiliari.
Ma non ci può essere alcuna rassegnazione di fronte a questi risultati, “Inizia un semestre che chiamerà il popolo della Basilicata al rinnovo del parlamento e del governo regionali – sostiene Michele Fanelli Presidente di Fare in Basilicata -  In questo periodo occorre favorire tra i cittadini un lavoro di ascolto, confronto, elaborazione e partecipazione.”
La flessione non risparmia neanche il settore dei servizi con un calo dell’1,6 % del valore aggiunto e del turismo, per il quale si è interrotto il trend moderatamente positivo degli ultimi anni registrando una riduzione delle presenze del 4,2 %.
I riflessi sull’economia del cattivo utilizzo dei fondi pubblici, ha raggiunto livelli offensivi per la popolazione lucana – ribatte il dirigente regionale del partito Frank D’Addario – occorre che la classe dirigente politica dia conto del proprio operato e se ne assuma tutte le responsabilità” .
È tempo di responsabilità per tutti i cittadini e tutta la classe dirigente la cui impreparazione ad affrontare una emergenza di tali dimensioni appare imbarazzante – conclude Fanelli -  È tempo di scelte coraggiose e di impegni politici e programmatici di lungo periodo. Le risorse pubbliche e private per rilanciare la regione ci sono, a patto che la nuova crescita economica si fondi sui valori della mobilità sociale, della sussidiarietà, del merito e della responsabilità individuale.”

Ufficio stampa Basilicata

lunedì 10 giugno 2013

Delegazione di Fare Basilicata a Perugia con Boldrin con tre priorità: tetto a stipendi della PA, stop alle Fondazioni, legge elettorale

COMUNICATO STAMPA
Matera 10 giugno 2013


Si è tenuto a Perugia il 7 e 8 giugno 2013  all’Etruscan Chocolate Hotel il primo incontro nazionale degli organi direttivi di Fare dopo l'elezione di Michele Boldrin a coordinatore del partito. Duecento, tra delegati al congresso e membri delle neoelette direzioni nazionali e regionali, hanno discusso le nuove linee programmatiche del partito fondato nel luglio 2012 e che in febbraio ha partecipato alle elezioni politiche nazionali.
La delegazione lucana era guidata da Michele Fanelli Presidente di Fare Basilicata e Giuliano Velluzzi componente lucano della Direzione Nazionale.
 “Abbiamo incontrato  tante persone nuove della politica di tutte le regioni italiane, - ha commentato Michele Fanelli -  tutte attivamente impegnate  per organizzare una offerta politica nuova in Italia.” “Anche in Basilicata – prosegue il Presidente Fanelli - ed in tutta Italia, Fare riparte con una nuova leadership ed una nuova classe dirigente che con entusiasmo ed orgoglio vogliono dialogare con tutti i cittadini per dare voce ad idee a progetti semplici e concreti.”
Ma è essenziale innanzitutto,  creare le condizioni per farle queste cose, come è decisivo proporre persone nuove e credibili.
Aprendo i lavori, Boldrin ha sottolineato la natura pragmatica del partito, lanciando alcune tra le molte proposte concrete caratterizzanti la posizione di Fare sottolineando la necessità di “stabilire un tetto salariale per i ruoli apicali della pubblica amministrazione e delle società partecipate, perché nessuno deve guadagnare più del Presidente della Repubblica; estromettere i partiti dalle fondazioni bancarie e le fondazioni bancarie dai CdA degli istituti di credito, perché hanno già sprecato troppo denaro dei nostri cittadini, contribuendo al declino dell'economia del paese; fare subito una buona legge elettorale, perché le altre le riforme istituzionali non sono una priorità immediata, né può essere chiaro quali siano quelle adeguate se prima non si risolve per davvero il nodo del federalismo”.
L’unicità della proposta politica di Fare è emersa dalle parole di Boldrin, che ha affermato che “…la nostra offerta politica non è sovrapponibile a quella di nessuno partito dell'attuale scenario politico italiano; Fare è piuttosto il primo elemento di un nuovo polo di aggregazione che abbia come valori guida la crescita economica, la mobilita sociale, la sussidiarietà, il merito e la responsabilità individuale
Giuliano Velluzzi, lucano componente della Direzione Nazionale, commenta come “Abbiamo affrontato temi focali da sempre a cuore del movimento: bilancio dello stato, economia e imprese, federalismo, questione settentrionale e meridionale, scuola, sistema bancario e finanziario, politica monetaria, riforma dello stato, spetterà a noi contestualizzarli rispetto al territorio della Basilicata soprattutto in vista delle imminenti elezioni regionali”. Una due giorni fitta di sessioni plenarie e  sessioni tematiche che nell’incontro di domenica, aperto al pubblico ha visto interventi esterni, come quelli di Marco Bentivogli, Segretario della Fim-Cisl, del sociologo Sergio Belardinelli dell'Università di Bologna, e dell'economista Fabiano Schivardi della LUISS e dell'EIEF (Roma).
  
Fare per Fermare il Declino è il partito politico scaturito dal movimento nato lo scorso agosto per iniziava di sette personalità di primissimo piano a livello italiano e internazionale, indipendenti e libere da legami politici con i vecchi partiti. Il loro manifesto di appello agli italiani, pubblicato su sei quotidiani e intitolato “Cambiare la politica, fermare il declino, tornare a crescere”, è basato su 10 punti programmatici, semplici e realizzabili, e ha ottenuto una immediata e forte risposta da parte degli italiani, che ha permesso di partecipare alle elezioni politiche già dopo pochi mesi dalla costituzione. Oggi il movimento conta oltre 70mila adesioni. www.fermareildeclino.it - www.fare2013.it.


mercoledì 5 giugno 2013

Boldrin: caro Vespa, con due provocazioni ti trovo 14 miliardi e rilancio lavoro e investimenti Stop agli abusi sulle pensioni di invalidità e ai sussidi alle imprese inefficienti; basta questo per recuperare 14 miliardi di euro all’anno, da utilizzare per ridurre le tasse e rilanciare investimenti, occupazione e reddito.

COMUNICATO STAMPA - PRESIDENZA NAZIONALE
Milano, 4 giugno 2013.
L’economista Michele Boldrin, nuovo presidente di Fare, è appena uscito dagli studio di Porta a Porta dove ha lanciato due provocazioni. Che però tanto provocazioni non sono, visto che nel loro complesso pesano circa 15 miliardi.
Ecco, nella sostanza, la sfida che Boldrin ha lanciato davanti Vespa e ai suoi ospiti.
Sulle pensioni di invalidità. Lo Stato italiano spende ogni anno su questo capitolo di spesa circa 40 miliardi e, come tutti sanno (anche se per opportunismo o calcolo politico fanno finta di ignorare) almeno un quarto di questa cifra viene percepita da chi non ne avrebbe alcun diritto. Questo fenomeno crea almeno tre gravissimi danni:
- Innanzitutto, ruba (nel senso letterale del termine) risorse destinate a chi avrebbe realmente diritto a un sostegno sociale;
- In secondo luogo, crea una distorsione nel sistema del welfare, perché usa uno strumento (la pensione di invalidità) al posto di altri eventuali sussidi più appropriati;
- In terzo luogo, crea una rete di connivenze e di clientelismi legati all’abuso nell’erogazione illecita di queste pensioni.
Ebbene, la proposta di Boldrin è semplice e drastica: prendere atto che il sistema è deviato e risanarlo alla radice stabilendo che tra due anni le attuali pensioni di invalidità cesseranno di essere erogate. Contemporaneamente, occorrerà permettere, a chiunque ritenga di averne i requisiti, di ottenere una nuova pensione di invalidità che verrà riconosciuta a chi presenterà una nuova documentazione sanitaria, rilasciata da strutture al di sopra di ogni sospetto (es. ospedali militari o altre strutture pubbliche controllabili), certificante l’effettivo stato di salute dei percettori. Distinguendo chi ha realmente bisogno da chi invece perpetra un reiterato furto ai danni della collettività, si eliminerà un abuso che ogni anno costa ai contribuenti almeno 10 miliardi di euro.
Sui sussidi alle imprese. Vanno progressivamente ridotti i sussidi statali alle imprese, che invece di sostenere quelle efficienti finiscono nella quasi totalità a poche grandi entità, scarsamente efficienti e quasi totalmente controllate dalla mano pubblica. Il totale di questi sussidi, stimato dalla commissione Giavazzi è di circa 27 miliardi di euro/anno. Una loro riduzione, nell’arco di cinque anni, al ritmo di quattro miliardi all’anno, porterebbe a un risparmio di 20 miliardi. Tagliando questi sussidi totalmente improduttivi, che hanno l’unico scopo di alimentare il carrozzone pubblico e tutta la sua piramide di clientele, si libererebbero 4 miliardi di euro già a partire dal prossimo anno.
Due sole mosse, per risparmiare quattro miliardi/anno dal 2014 e più di dieci miliardi/anno dal 2015: ecco come Letta potrebbe, secondo Boldrin, uscire dall’impasse sull’IVA ed iniziare finalmente a ridurre IRES e IRAP sulle imprese veramente produttive che ne vengono oggi strangolate.
Ma invece di affrontare i problemi economici del paese, che si risanano solo demolendo gli sprechi e gli eccessi dell’apparato pubblico, il Presidente del Consiglio preferisce sollevare il dibattito sulle riforme istituzionali e sul semipresidenzialismo, ennesima foglia di fico dietro la quale celarsi per evitare di affrontare i problemi reali del paese che sono anzitutto quelli causati da questo stato inefficiente, parassitico e troppo costoso.
Fare per Fermare il Declino è il partito politico scaturito dal movimento nato lo scorso agosto per iniziava di sette personalità di primissimo piano a livello italiano e internazionale, indipendenti e libere da legami politici con i vecchi partiti. Il loro manifesto di appello agli italiani, pubblicato su sei quotidiani e intitolato “Cambiare la politica, fermare il declino, tornare a crescere”, è basato su 10 punti programmatici, semplici e realizzabili, e ha ottenuto una immediata e forte risposta da parte degli italiani, che ha permesso di partecipare alle elezioni politiche già dopo pochi mesi dalla costituzione. Oggi il movimento conta oltre 70mila adesioni. www.fermareildeclino.it - www.fare2013.it.
Ufficio stampa presidenza nazionale:
RGR Comunicazione – www.rgrcomunicazionemarketing.it Leonardo Ristori – rgr@rgr.it - Tel. +39.0587.294350

Il lucano Giuliano Velluzzi ai vertici nazionali del movimento Fare per Fermare il declino.

A meno di un mese dall’elezione come Presidente nazionale del Movimento Fare per fermare il declino, l’economista italoamericano, Michele Boldrin ha intrapreso la profonda riorganizzazione del Partito che aveva preannunciato. La direzione nazionale si arricchisce di ulteriori 16 partecipanti passando a 24 componenti, favorendo una più ampia partecipazione a rappresentanti di tutta Italia. Michele Boldrin, docente alla Washington University, ha espresso l’auspicio che l’elezione di Giuliano Velluzzi alla direzione nazionale permetta una più incisiva presenza dei temi del Mezzogiorno d’Italia oltre che della Basilicata. “La mia presenza nel Direttivo nazionale – ha dichiarato Velluzzi – dimostra come FARE Basilicata assume una connotazione nazionale e ci chiama a elaborare delle proposte che possano riferirsi, anche in Basilicata ad un elettorato che non si identifica più nell’attuale classe politica”.
L’urgenza delle competizioni elettorali regionali in Basilicata, vede infatti il Partito pervaso da una forte dialettica interna e fermento di attività. I tanti attivisti e simpatizzanti che si stanno avvicinando a  FARE, comunque, non hanno l’ambizione di entrare a far parte della ampia casta dei politici, ma piuttosto si rendono conto che l’attuale situazione economica richiede un impegno diretto di chi ha maturato finora esperienze nel mondo della professione e dell’impresa, e questo  anche in Basilicata.
Per governare il paese – ha sostenuto Michele Boldrin - occorre avere sia proposte convincenti che rispondano alla domanda di riforme di quegli italiani che hanno acquisito la consapevolezza della necessità di cambiare rotta sia lavorare capillarmente per radicarsi a livello locale, attraendo persone capaci e rispettate”. Il lavoro di riorganizzazione del partito sta infatti procedendo sia a livello centrale che locale.
Un importante momento di lancio della proposta politica nazionale di FARE, sarà il Convegno di Perugia del 7 ed 8 giugno, sede in cui si avvierà ufficialmente la  macchina organizzativa e le attività sul territorio. Al Convegno di Perugia parteciperanno anche Michele Fanelli, presidente Regionale e Giuliano Velluzzi come neo componente del Direttivo Nazionale, oltre ad una cospicua delegazione di attivisti lucani.

Twitter: @FareFiDBasilica, 

Rinnovati i vertici del movimento Fare per Fermare il declino: Michele Fanelli Presidente Regionale di Basilicata e Michele Boldrin Presidente Nazionale.

COMUNICATO STAMPA
13 maggio 2013
Domenica 12 maggio a Bologna il Congresso Nazionale del Movimento Fare per fermare il declino ha eletto come Presidente nazionale l’Economista italoamericano Michele Boldrin, docente alla Washington University di St. Louis, tra i primi fondatori del Movimento. Subito dopo le elezioni, si era attivata una intensa attività dialettica e discussione interna al Movimento intenzionata a rimettere la politica al centro, e  ricompattare il movimento, individuando, attraverso i congressi una leadership di partito legittimata dal basso e riconosciuta da tutti. Un ampio e proficuo coinvolgimento degli iscritti nel processo decisionale, è stato ottenuto anche avvalendosi di una solida infrastruttura informatica per il voto on line. L’applicazione delle nuove tecnologie nella politica ed il concetto innovativo di “Costituente Liquida” sono stati argomenti fondanti nel programma deI neo Presidente Michele Boldrin che, alcuni giorni fa coinvolgeva tutti gli iscritti del Movimento in un incredibile esperimento di costruzione di un’organizzazione dal basso, novità assoluta a livello mondiale.

Il  Congresso regionale del Movimento, celebrato il 4 maggio a Matera, ha eletto i quattro dirigenti di Basilicata Claudio Latorre, Frank D’Addario, Giuliano Velluzzi e Vincenzo Mancusi  oltre a Michele Fanelli come presidente Regionale
Siamo un gruppo aperto di amici uniti dalla fiducia e dal sentire comune – ha dichiarato Fanelli a margine del Congresso regionale - Vogliamo coniugare la nostra ispirazione popolare e liberale in proposte nuove, in sintonia con la velocità del futuro, al servizio dei cittadini e delle istituzioni”.  Fare, infatti  è un nuovo partito italiano che nasce anche in Basilicata per stimolare ed interpretare la domanda di cambiamento della società, è che sta risultando attrattivo per il modo di intendere la politica orientata ai risultati concreti e verificabili. “Vogliamo iniziare dall'ascolto attivo di tutte le realtà regionali meno protette – prosegue il Presidente Fanelli -  Non abbiamo verità assolute, abbiamo la volontà di costruire insieme riforme serie per ridare alla Basilicata la fiducia, la ricchezza e lo slancio che merita.”