Cooperare con chi è impegnato a rimuovere
le cause del declino italiano, a partire dalle realtà locali, e fare assieme massa
critica. E’ la nuova strategia di Fare che apre a confronti a tutto campo sul
territorio con movimenti, associazioni e altre forze sociali, per creare dal
basso un soggetto politico nuovo, che alle amministrative possa rappresentare
una valida alternativa al consolidato duopolio PD-PDL
Fare per fermare il declino ha scelto la sua strategia per
politica territoriale da qui alle prossime amministrative. Fare è una forza nata a
causa dell’assenza di soggetti politici realmente intenzionati a ben governare,
che ha spinto migliaia di cittadini a scendere in campo sotto le bandiere di
Fare, partito/movimento con caratteristiche uniche, un programma chiaro,
esponenti non compromessi, pragmatismo sui mezzi e totale rifiuto dei riti e
dei contenuti della vecchia politica.
In
questo contesto, per costituire una forza capace di incidere al massimo sulle
realtà politiche locali, ha deciso di intraprendere un percorso fatto di
sistematici confronti con tutte le forze che non possiedono una organizzazione
nazionale ma sono presenti localmente (liste civiche, associazioni culturali,
organizzazioni politiche frutto di particolari istanze o esperienze locali) per
affiancarle e costituire assieme una forza d’urto maggiore, integrando in modo
sinergico il lavoro di tutte le forze politiche e sociali di base con le quali
stiamo dialogando da mesi.
Questo
confronto ha comunque alcune inderogabili pregiudiziali, etiche prima ancora
che politiche: il rifiuto di farsi portatori di interessi di fatto compartecipi
del sistema di potere attuale, il pragmatismo politico, la rinuncia alle
barriere ideologiche, l’apertura agli altri senza preconcetti e pregiudiziali,
l’attenzione primaria alle riforme strutturali di cui c’è urgente bisogno, il
cambiamento radicale nella composizione delle elite politiche e dei loro metodi
di selezione.
“Unirsi ad altre forze sarà lo strumento
principale per raggiungere la massa critica necessaria a permettere alle idee
condivise di affermarsi prima a livello elettorale e poi politico. Questo è
anche l’unica maniera per costruire dal basso ed efficacemente la nostra
partecipazione alle prossime elezioni amministrative” sostiene Michele Boldrin, Coordinatore Nazionale
del movimento. “Viste in questa chiave
strategica, le esperienze in corso nel Trentino e in Basilicata sono, seppur in
forme diverse, promettenti esperimenti di modelli di azione che il laboratorio
politico di Fare va costruendo, per creare un nuovo soggetto politico, più
ampio e consistente, che vada oltre le tradizionali alleanze elettorali fra
micro-partiti identitari”.
Parte
quindi da oggi un percorso capillare che porterà Fare, in ciascun comune
d’Italia, a trovare punti d'incontro con realtà locali diverse luogo per luogo,
e a fondere culture ed esperienze politiche e sociali. E’ un grande passo in
avanti in termini di democrazia e di modo di fare politica, creando dal basso
le premesse che porteranno a un nuovo partito a-confessionale e a-ideologico di
massa, capace di rappresentare gli interessi di chi vive esposto alla
concorrenza e fuori dai privilegi clientelari con cui la casta politica ricatta
la società civile.
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