venerdì 13 settembre 2013

FARE E’ UN LABORATORIO IN PIENA ATTIVITÀ TRA STRATEGIE NAZIONALI E POLITICHE LOCALI

Cooperare con chi è impegnato a rimuovere le cause del declino italiano, a partire dalle realtà locali, e fare assieme massa critica. E’ la nuova strategia di Fare che apre a confronti a tutto campo sul territorio con movimenti, associazioni e altre forze sociali, per creare dal basso un soggetto politico nuovo, che alle amministrative possa rappresentare una valida alternativa al consolidato duopolio PD-PDL


Fare per fermare il declino ha scelto la sua strategia per politica territoriale da qui alle prossime amministrative. Fare è una forza nata a causa dell’assenza di soggetti politici realmente intenzionati a ben governare, che ha spinto migliaia di cittadini a scendere in campo sotto le bandiere di Fare, partito/movimento con caratteristiche uniche, un programma chiaro, esponenti non compromessi, pragmatismo sui mezzi e totale rifiuto dei riti e dei contenuti della vecchia politica.
In questo contesto, per costituire una forza capace di incidere al massimo sulle realtà politiche locali, ha deciso di intraprendere un percorso fatto di sistematici confronti con tutte le forze che non possiedono una organizzazione nazionale ma sono presenti localmente (liste civiche, associazioni culturali, organizzazioni politiche frutto di particolari istanze o esperienze locali) per affiancarle e costituire assieme una forza d’urto maggiore, integrando in modo sinergico il lavoro di tutte le forze politiche e sociali di base con le quali stiamo dialogando da mesi.
Questo confronto ha comunque alcune inderogabili pregiudiziali, etiche prima ancora che politiche: il rifiuto di farsi portatori di interessi di fatto compartecipi del sistema di potere attuale, il pragmatismo politico, la rinuncia alle barriere ideologiche, l’apertura agli altri senza preconcetti e pregiudiziali, l’attenzione primaria alle riforme strutturali di cui c’è urgente bisogno, il cambiamento radicale nella composizione delle elite politiche e dei loro metodi di selezione.
Unirsi ad altre forze sarà lo strumento principale per raggiungere la massa critica necessaria a permettere alle idee condivise di affermarsi prima a livello elettorale e poi politico. Questo è anche l’unica maniera per costruire dal basso ed efficacemente la nostra partecipazione alle prossime elezioni amministrative” sostiene Michele Boldrin, Coordinatore Nazionale del movimento. “Viste in questa chiave strategica, le esperienze in corso nel Trentino e in Basilicata sono, seppur in forme diverse, promettenti esperimenti di modelli di azione che il laboratorio politico di Fare va costruendo, per creare un nuovo soggetto politico, più ampio e consistente, che vada oltre le tradizionali alleanze elettorali fra micro-partiti identitari”.

Parte quindi da oggi un percorso capillare che porterà Fare, in ciascun comune d’Italia, a trovare punti d'incontro con realtà locali diverse luogo per luogo, e a fondere culture ed esperienze politiche e sociali. E’ un grande passo in avanti in termini di democrazia e di modo di fare politica, creando dal basso le premesse che porteranno a un nuovo partito a-confessionale e a-ideologico di massa, capace di rappresentare gli interessi di chi vive esposto alla concorrenza e fuori dai privilegi clientelari con cui la casta politica ricatta la società civile.

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